Cashback e privacy al supermercato, cose da sapere
Di cashback si parla da tempo, ma è senza dubbio il cashback di stato, nato per promuovere l’uso delle carte di pagamento, al posto del contante, ad aver fatto conoscere questo termine ad un’ampia platea.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il cashback è stato decisamente ben accolto dagli italiani, ma con l’inserimento delle carte di pagamento della Grande Distribuzione Organizzata c’è ora secondo alcuni il rischio che i clienti vengano tracciati e profilati e che quindi la loro privacy possa essere in qualche modo a rischio, cosa c’è di vero?
Il cashback al supermercato mette a rischio la privacy?
L’inserimento delle carte di pagamento della GDO tra le modalità ammesse nell’App IO usata per il cashback di Stato, potrebbe effettivamente portare ad un aumento di consumatori che usufruiranno di questa misura, ma secondo alcuni nasconde qualche insidia. Il provvedimento che consente di recuperare il 10% delle spese compiute con carte di credito, debito o bancomat, fino ad un rimborso massimo di 150 euro, incontra un crescente apprezzamento tra gli italiani, ma di recente è scattato l’allarme privacy. L’utilizzo delle carte della Grande Distribuzione permetterebbe infatti ai supermercati di profilare i clienti e tracciare le loro abitudini d’acquisto.
Va detto che questo è solo l’ultimo capitolo di un lungo e a tratti acceso dibattito sul cashback, che è trasversale alle forze politiche. Anche all’interno della maggioranza di governo ci sono infatti voci discordanti. L’obbiettivo di aumentare le transazioni elettroniche è stato comunque raggiunto, in particolare a crescere sarebbero le transazioni cashless su POS fisici, che segnano un +20%. Sono aumentate di oltre il 56% poi le cosiddette micro transazioni, ovvero quelle inferiore a 25 euro, questo testimonia un cambio di approccio e mentalità nei confronti dei pagamenti.
Il MEF ha definito senza tanti giri di parole il cashback di Stato come un grande successo, ma di sicuro eventuali criticità non vanno sottovalutate e massima attenzione va sempre riservata alla privacy dei cittadini.
L’Associazione No Profit Consumerismo, anche attraverso le recenti dichiarazioni del suo Presidente Luigi Gabriele avanza preoccupazioni sull’uso combinato di strumenti di pagamento elettronico, carte fedeltà e app. La combinazione di questi strumenti non solo può fidelizzare il cliente, ma anche tracciarne le abitudini e questo non va bene. Profilare i consumatori è il sogno di ogni azienda, ma la privacy va tutelata e in particolare bisogna evitare che le informazioni raccolte possano poi essere vendute a terzi a fini commerciali. Per ora si parla solo di un rischio potenziale, ma senza dubbio è bene conoscerlo per tenere alta la guardia ed evitare brutte sorprese.
Le abitudini di acquisto e pagamento cambiano, spesso in modo anche piuttosto rapito, la tecnologia avanza di continuo, spesso ci semplifica notevolmente la vita, ma ogni innovazione ha luci e ombre che è bene imparare a conoscere un po’ di più. Non servono allarmismi, ma una maggiore consapevolezza degli strumenti che usiamo nella nostra quotidianità.