Recovery Plan, sito web non pervenuto
Di Recovery Plan si è parlato a lungo e si continuerà di certo ancora a parlare per parecchio tempo, questo piano per la ripresa potrà infatti modificare (e si spera migliorare in modo considerevole) il volto del nostro Paese, nei prossimi anni. Gli investimenti in programma sono veramente numerosi, corposi e decisamente strategici sotto vari punti di vista.
Il cittadino medio purtroppo lo sa bene, ogni istituzione e spesso ogni singolo progetto delle stesse ha ormai un suo sito web, questa pluralità di piattaforme spesso complica non poco la comunicazione tra utente e PA, ma ormai pare proprio non si possa fare a meno di avere un proprio sito, non piattaforme in grado di aggregare, raccogliere, ordinare e semplificare, quanto piuttosto, troppo spesso di frammentare o duplicare informazioni, servizi e risorse. In questo scenario, ormai ben noto, spicca però l’assenza di un sito o quantomeno di una pagina ufficiale dedicata al Recovery Plan, che peraltro era prevista dalle prime versioni del piano presentate dall’Italia all’Europa.
La piattaforma dovrebbe elencare tutti i cantieri aperti, le ditte incaricate di portare a termine i vari lavori, i soldi spesi, gli obiettivi da raggiungere e l’orizzonte temporale. Una piattaforma di questo tipo, aggiornata in tempo reale sarebbe senza dubbio utile e importante per monitorare ogni avanzamento ed eventuale intoppo. Consentirebbe il cosiddetto monitoraggio civico, importante per una questione di trasparenza, tra gli indiscutibili pilastri delle democrazie (o almeno di quelle vere e mature, quelle che funzionano). Una piattaforma web di questo tipo contribuisce a scoraggiare la corruzione (citata dal Premier Mario Draghi proprio fra i possibili ostacoli ad un pieno successo del Recovery Plan), alimenta inoltre la fiducia dei cittadini, che si attesta su livelli piuttosto bassi in questo periodo.
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cos’è cambiato nel tempo?
Nelle prime versioni del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), quelle per intendersi sviluppate durante il governo Conte, si citava in modo esplicito una “Piattaforma di open government per il controllo pubblico” che veniva indicata come “da completare”, in sostanza c’era solo il titolo e seguiva una pagina bianca. Anche con il cambio di Governo quella pagina non è stata mai completata e nella versione finale del piano, approvata dal Parlamento e inviata a Bruxelles, è scomparso anche il titolo del capitolo. Un segno non buono, anche se si continua a fare riferimento ad un “Portale PNRR” che dovrebbe essere in grado di adattarsi nel tempo alle esigenze dei cittadini e facilitarne il coinvolgimento attraverso una comunicazione chiara e accessibile.
Speriamo che il sito web del Recovery Plan alla fine si faccia e che magari dia accesso a dei dati aperti e non a pochi pdf chiusi e criptici, dai quali il cittadino medio non potrà trarre informazioni concretamente interessanti e utili. La PA spesso ci ha abituati proprio a questo.
Il cosiddetto “governo dei migliori” presieduto da Mario Draghi ha scritto una pagina senza dubbio molto importante del nostro futuro, il tutto in tempi piuttosto stretti, il Recovery Plan alla fine è arrivato, speriamo segua anche un sito o quantomeno un qualche canale digitale ufficiale che permetta a chiunque lo desideri di monitorarne la reale efficacia e importanza per l’Italia e per gli italiani.