Intelligenza artificiale e accessibilità
Di intelligenza artificiale si parla veramente molto, di accessibilità spesso ancora troppo poco. Esiste per fortuna un ponte tra questi mondi che hanno iniziato a dialogare sempre di più. Ormai servizi offerti da piattaforme, app e aziende importanti come Facebook, Microsoft e Zoom sono sempre più diffusi e in pochi vorrebbero rinunciarvi, siamo però sicuri che questi ed altri popolari servizi digitali siano accessibili a tutti, compresi anche gli utenti con disabilità?
Il tema dell’inclusione è sempre importante, ma quando si parla di digitale spesso si tende a sottovalutarlo un po’ troppo, ritenendo erroneamente che le piattaforme in grado di abbattere confini temporali e geografici siano sempre accessibili e usabili da tutti, in ogni momento e allo stesso modo, con la medesima facilità. Manco a dirlo non è affatto così, anche se le maggiori compagnie del settore tecnologico senza dubbio si danno molto da fare per offrire un’infrastruttura utilizzabile da un target che sia il più ampio possibile.
Il rischio, se non si presta la giusta attenzione al tema è che i device tecnologici, invece di diventare delle finestre aperte all’esplorazione del mondo e di infinite opportunità, diventino per alcuni più simili a muri o barriere contro cui scontrarsi. La tecnologia deve essere strumento per comunicare, informarsi e formarsi, non dovrebbe mai, per nessuno, diventare un limite, o peggio causa di isolamento ed esclusione.
Intelligenza artificiale e accessibilità, i progressi fatti
Gran parte del merito nei progressi fatti in termini di accessibilità e inclusione vanno di certo, in particolare negli ultimi tempi, all’Intelligenza Artificiale, che consente in modi nuovi e sempre più rapidi ed efficaci di adattare le varie piattaforme alle reali necessità degli utenti, compresi quelli con disabilità più o meno gravi. Con la forte crescita del lavoro da remoto e della didattica a distanza molti si sono resi conto di come servizi diffusi ed estremamente popolari non siano fruibili allo stesso modo da tutte le persone.
Instagram, ad esempio, ha introdotto grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, sottotitoli automatici nelle sue Storie, così da permettere anche a chi non sente di seguire e comprendere i sempre più diffusi e popolari contenuti video.
Ancora prima Facebook aveva lavorato sul Testo Alternativo Automatico (o tecnologia Aat), che grazie proprio all’AI scrive in modo autonomo descrizioni delle foto per aiutare persone non vedenti o ipovedenti a comprendere cosa pubblicano gli altri utenti sul social network. Tutte queste soluzioni innovative rientrano nell’ambito dell’AI for Accessibility, un settore che sarà sempre più importante, sia per la pubblica amministrazione, che per aziende private e naturalmente per l’utenza finale.
Oggi l’intelligenza artificiale non sempre va detto si dimostra all’altezza della situazione, potremmo dire che deve ancora imparare tanto, ma senza dubbio il settore sta accelerando in modo considerevole, in particolare negli ultimi anni e nuovi progressi vengono fatti praticamente ogni singolo giorno che passa. I possibili impieghi dell’AI sono innumerevoli e quello di rendere contenuti e servizi maggiormente accessibili a tutti è uno dei più rilevanti sul piano sociale ed etico, con ricadute non trascurabili anche sui bilanci delle aziende che possono ampliare la loro utenza e al contempo migliorare la propria immagine.