Telemedicina, nuove frontiere delle visite mediche virtuali
Di telemedicina si parla ormai già da qualche anno, ma senza dubbio negli ultimi mesi, durante i quali abbiamo familiarizzato tutti con termini come smart working e didattica a distanza, anche la medicina sta diventando sempre più tecnologica e smart. Le tematiche in gioco sono molteplici, tra queste anche la sicurezza e la tutela della salute. Sappiamo bene come accedere ad ambulatori e reparti che giustamente stanno dando la priorità al Covid, possa risultare complesso e in alcuni casi perfino potenzialmente pericoloso, poter contare su un consulto a distanza riduce tempi e altre complicazioni, oltre a eventuali rischi di contagio da non sottovalutare se si frequentano strutture ospedaliere.
La telemedicina non sostituirà mai diagnosi e cure in presenza, ma senza dubbio oggi i medici hanno strumenti che consentono in modo sempre più rapido ed efficace di relazionarsi con i paziente e offrire loro anche a distanza, quantomeno un primo parere. Le tecnologie, sempre più accessibili, semplici da usare, ma al contempo sempre più sofisticate e precise, permettono ad esempio ai medici di abbattere distanze geografiche, visitando pazienti che magari risiedono in paesini di montagna o altri centri isolati e che avrebbero notevoli difficoltà a mettersi in viaggio per ottenere una diagnosi, in particolare se per piccoli fastidi o acciacchi comuni.
Telemedicina tra presente e futuro
La telemedicina può fungere da primo filtro, individuando situazioni non gravi e di facile risoluzione, anche a distanza e indirizzando invece i casi più seri verso altri percorsi diagnostici e di trattamento. I teleconsulti oggi in Italia si fanno in particolare per pediatria, malattie metaboliche e disturbi alimentari. Già oggi esistono portali regionali che integrano funzionalità per televisite e l’accesso al fascicolo sanitario elettronico dei pazienti.
Sempre più spesso si andranno a potenziare tecnologie, già oggi presenti, come la possibilità di monitorare le condizioni di salute attraverso apposite app o sensori indossabili, al momento in sperimentazione in vari reparti dei maggiori ospedali del nostro paese e che potrebbero presto seguire il paziente a casa dopo che è stato dimesso, per proseguire nel suo monitoraggio.
Al Niguarda di Milano è stata condotta una ricerca per capire se i pazienti apprezzano il dottore collegato da remoto e pare che la telemedicina piaccia a ben il 75% della platea coinvolta nell’indagine. Un risultato per certi versi sorprendente, ma che si spiega con il desiderio da parte delle persone di risparmiare tempo ed evitare code spesso lunghe e veramente fastidiose.